Carlo (nome di fantasia) ha 17 anni e vive in un quartiere della periferia nord di Milano.
Nelle scuole medie incontra le prime fatiche, pur riuscendo a terminarle senza bocciature. Tanto che si iscrive alle superiori con la speranza di riscoprire una maggior voglia di imparare “il mestiere dell’informatico”. La fatica però si ripresenta e Carlo cede a comportamenti che portano la Scuola ad intervenire con provvedimenti disciplinari: a metà anno sente di non poter far altro che abbandonare la Scuola, dicendosi che “forse nella prossima andrà meglio”.
Ma la prossima Scuola non arriva mai e Carlo si perde nelle pieghe del sistema scolastico in cui a volte, dopo una scelta sbagliata, è difficile rientrare e la maggior parte delle porte che si incontrano sono chiuse. A questo punto il rischio di fare ulteriori scelte di cui poi magari ci si pente è alto… Carlo – forse – si “incasina” un po’ troppo.
Da quella situazione apparentemente senza sbocchi Carlo comincia poi a rialzarsi, inserendosi nei mesi successivi all’abbandono scolastico nelle attività di Fondazione Aquilone, dove trova educatori che l’accompagnano in questo percorso: comincia a riscoprire che ci sono ambiti in cui riesce a trovare davvero la voglia e le competenze per “fare delle cose buone”; fa il volontario con i ragazzi con disabilità e nella cucina della scuola dell’infanzia… In quella dimensione più del “fare”, più concreta, Carlo scopre di riuscire davvero bene.
Da minorenne però è difficile trovare un’opportunità di lavoro ed è proprio in quel momento che arriva al percorso formativo Employability nel progetto Nove+, con un po’ di speranza che sia “la volta buona” per poter finalmente entrare in quel “mondo lavorativo” che a tanti ragazzi sembra così “inarrivabile” o precluso.
Partecipa agli incontri della mattina con il gruppo dei ragazzi, si mette in gioco, con la sua modalità un po’ taciturna ma che, quando se la sente, “le cose poi le dice”, sia davanti agli altri sia nella relazione più individuale con gli operatori del progetto.
Alla fine di dicembre, si concretizza quello che era solo una speranza nelle prime settimane di ottobre all’inizio del progetto: viene individuata una Fondazione che gestisce scuole paritarie, disponibile ad attivare per lui, per i successivi 6 mesi, un tirocinio lavorativo con “Garanzia Giovani”.
Le cose sembrano ormai fatte, ma la burocrazia sembra rallentare l’inizio e frenare l’entusiasmo, rimandando tutto a dopo le vacanze. “Allora, che si fa”? La voglia di mettersi in gioco di Carlo è alta e quindi, durante le vacanze di Natale, qualche giornata la fa comunque, come volontario, per cominciare a saggiare quello che sarà il suo “posto di lavoro” per i prossimi mesi.
Finalmente è gennaio, tutto inizia ufficialmente e ora Carlo, dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 13, collabora con il “tuttofare” nella scuola, il suo tutor aziendale, in tutte quelle faccende, più o meno gravose, che competono alla cura e alla manutenzione di tre scuole paritarie gestite dall’ente che lo ospita.
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