Di casa in casa, i nostri operatori dell’Assistenza Domiciliare sono esperti viaggiatori per le strade della città: a volte il viaggio li porta un po’ più in là, lontano dalle case… sempre per arrivare accanto alle persone, là dove si trovano, anche nel reparto di un ospedale.
Oggi vi raccontiamo alcune storie di fragilità e malattia, storie di persone che abbiamo accompagnato con cura e professionalità, mentre erano ricoverate per brevi o lunghi periodi. Racconti in cui solo i nomi sono di fantasia…
Il signor Mario del Friuli Venezia Giulia ci ha chiesto aiuto per sua sorella Laura, che qui a Milano era stata ricoverata per una frattura, con una degenza molto lunga. Mario era venuto a Milano per starle accanto ma anche lui ha la sua bella età e dopo qualche settimana è dovuto rientrare a casa, per delle terapie.
Accanto a Laura ci sono stati i colleghi dell’Assistenza Domiciliare: un’oretta al giorno per farle compagnia ma soprattutto per darle una mano nel momento del pranzo, perché a volte con l’immobilità e la solitudine l’appetito un po’ si perde…e quando Laura è tornata a casa abbiamo continuato a sostenere lei e il marito nelle piccole grandi faccende del quotidiano.
Poi c’è stata la signora Paola, sola, di quasi novant’anni, ancora in gamba ma con qualche acciacco! Tre volte a settimana andavamo da lei per un aiuto nell’igiene personale e nelle commissioni. Quando Paola ha dovuto affrontare un intervento e un breve ricovero ci ha voluti lì ad aspettare con lei e parlare con i medici, aiutarla ad organizzare i suoi effetti personali, sostenerla nel riprendere a camminare. Eravamo presenti anche durante l’ultimo ricovero, per accompagnarla nel passaggio alla sua nuova “casa”, una residenza per anziani.
Anche il signor Alberto (come Giovanni, Rosa e altri) era supportato da noi a casa per la gestione della spesa, un aiuto per la doccia… persone adulte e anziane, con fragilità psichiatrica. Abbiamo portato aiuto quando è stato ricoverato per una brutta polmonite: una mano per fare la barba, per tenere in ordine l’abbigliamento (grazie alle lavanderie a gettoni), per non rimanere senza i piccoli beni di prima necessità e non solo, che possono rendere meno spiacevole la permanenza in ospedale.
L’ultima persona che abbiamo incontrato è stata Rita: una collaborazione particolare perché l’abbiamo conosciuta e seguita solo durante il suo ricovero ospedaliero, in attesa che arrivasse per lei il posto giusto, in una comunità per adulti con difficoltà psichiatrica. La nostra collega è stata un aiuto prezioso perché si ambientasse, riprendesse a mangiare, si lasciasse aiutare nella cura di sé e iniziasse ad uscire per qualche ora dall’ospedale!
Non solo A CASA quindi… per portare un po’ di casa ovunque serva.
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